La gamma H2ready per il trasporto di idrogeno
Con il termine transizione energetica ci si riferisce al passaggio dal vecchio “mondo fossile” al nuovo “mondo rinnovabile”, ovvero da un modello di produzione di energia basato sull’utilizzo di fonti fossili come il petrolio, gas naturale e carbone, ad un altro fondato su fonti energetiche rinnovabili.
Questo passaggio è motivato non solo dal fatto che le fonti fossili sono risorse esauribili, ma soprattutto dalla necessità di ridurre l’impatto ambientale e le emissioni di anidride carbonica prodotte dal loro utilizzo, principali cause del riscaldamento globale. Per ridurre tali fenomeni e dare il via ad una transizione energetica che abbia tra i principali obiettivi la decarbonizzazione, l’Unione Europea ha stabilito un percorso per trasformare l’Europa nel primo continente
a impatto climatico zero entro il 2050. È proprio in questo scenario che si inquadra l’interesse globale verso l’idrogeno che, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), può offrire un contributo importante “per affrontare molte sfide
energetiche e raggiungere gli obiettivi previsti per il 2050”, sia integrando le rinnovabili, sia contribuendo a decarbonizzare l’industria chimica e siderurgica ed i trasporti pesanti: l’idrogeno è un vettore energetico sul quale si ripone grande fiducia per far fronte alle sfide climatiche, poiché può immagazzinare e fornire grandi quantità di energia senza generare emissioni di CO2 durante il suo utilizzo.
L’idrogeno nelle reti di distribuzione gas
L’idoneità dei tubi in polietilene alla distribuzione di idrogeno a temperature e pressioni di esercizio previsti delle norme di riferimento e delle normative nazionali è stata dimostrata attraverso sperimentazioni pluriennali da parte di gestori di reti gas e specifiche prove di permeazione in vari laboratori.
Il polietilene viene classificato con resistenza soddisfacente all’idrogeno dalla linea guida ISO/TR 10358 e dal documento tecnico PPI TR-19 (Plastics Pipe Institute), mentre il rapporto CEN/TR 17797 fornisce una guida pratica sugli effetti dell’iniezione di idrogeno nelle infrastrutture di trasporto del gas. Nei documenti di sintesi di TEPPFA (The European Plastic Pipes and Fittings Association), DVGW (Deutscher Verein des Gas- und Wasserfaches – German Technical and Scientific Association for Gas and Water) e KRV (Fachverband der Kunststoffrohr- Industrie – German Plastics Pipes Association) i sistemi di tubazioni in polietilene sono dichiarati utilizzabili nel trasporto di idrogeno allo stato puro o in miscele con gas combustibili idrocarburici. In Italia la presenza di idrogeno è disciplinata dal Decreto del 3/6/22, quale aggiornamento al Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 18/5/18, con un contenuto massimo ammesso nelle reti allo stato attuale pari al 2,0% in volume.
Idrotherm 2000 e l’idrogeno
Con la partecipazione attiva della propria Divisione R&D, da tempo Idrotherm 2000 si è impegnata nella ricerca e sviluppo delle migliori soluzioni per validare l’utilizzo dei propri sistemi di tubazioni in polietilene nel trasporto dell’idrogeno. La permeabilità all’idrogeno dei tubi, realizzati con i gradi PE100 e PE100-RC in strutture mono e multistrato, è stata verificata e convalidata attraverso prove specifiche condotte modulando la pressione operativa fino a 10 bar in laboratori esterni appositamente accreditati per questo scopo. Tutti i tubi in polietilene conformi allo standard UNI EN 1555 prodotti da Idrotherm 2000 sono oggi certificati dal DBI-Gastechnologisches Institut per quanto riguarda la loro idoneità all’impiego nelle reti gas alimentate con idrogeno. La certificazione H2ready ne garantisce la possibilità di utilizzo con miscele di gas naturale in proporzioni variabili fino al 100% di idrogeno, attestando l’idoneità delle reti realizzate con questi prodotti ad accogliere la sfida della transizione energetica.